Influenza delle politiche organizzative sui progetti

influenza politiche organizzative

Una delle peculiarità della partecipazione ad un progetto è che i componenti del team si trovano a dipendere da almeno due figure di riferimento: il project manager ed il proprio responsabile funzionale.

Certamente non è una situazione facile. E le politiche organizzative non sempre aiutano.

Anche il project manager può avere più linee di riporto: un proprio superiore gerarchico, lo sponsor del progetto, a volte anche la Direzione.

Non si tratta di una patologia organizzativa.

Piuttosto si tratta di una situazione voluta in cui le modalità di gestione del lavoro e la negoziazione tra le parti coinvolte devono consentire di tenere in equilibrio le esigenze di tutti.

Compito del responsabile di progetto è di sapersi muovere senza timori reverenziali mediando tra le parti e soprattutto documentando ogni situazione problematica o soluzione proposta.

In tal senso, ogni project manager è chiamato a rendere conto del suo operato applicando sani principi di deontologia, trasparenza e professionalità.

Il ruolo di supporto delle politiche organizzative

Non c’è alcun motivo per temere le procedure interne alla nostra organizzazione.

Alcuni le identificano come burocrazia. Invece sono importanti perché fissano i ruoli, i compiti e i processi di lavoro delle persone e la loro presenza aiuta a:

  • svolgere e completare il lavoro;
  • accedere alle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi del progetto;
  • capire come influenzare gli stakeholder per ottenere il loro consenso;
  • comprendere dove attingere le informazioni critiche necessarie;
  • comprendere i livelli di coordinamento delle persone;
  • saper leggere tra le righe di ciò che viene detto o fatto.

L’influenza della politica organizzativa è inevitabile

Ciò che può intimorire sono i rapporti di forza all’interno dell’organizzazione. La tendenza a far prevalere il potere di alcuni a discapito di altri.

Ciò può dipendere da:

  • Modello organizzativo e cultura
  • Obiettivi in ​​competizione
  • Scarsità di risorse
  • Eccesso di riservatezza
  • Bisogno di prestigio e considerazione
  • Insicurezza
  • Ambiente di lavoro competitivo
  • Pregiudizio
  • Resistenza al cambiamento

Alcuni di questi fattori sono sempre presenti sul posto di lavoro, rendendo inevitabile le politiche organizzative proprio come strumento di contenimento e bilanciamento di queste pressioni.

Come muoversi?

Le reazioni più comuni nelle situazioni potenzialmente conflittuali sono la lotta o la fuga. Entrambe portano a conseguenze dannose.

Ma c’è sempre la possibilità di affrontare la situazione elaborando una strategia praticabile all’interno di un “eco-sistema” non necessariamente favorevole:

  1. Analizzando i fattori ambientali aziendali per individuare i punti di forza su cui fare leva.
  2. Svolgendo una analisi degli stakeholder per individuare gli interessi in gioco e le strategie di comunicazione da attuare con ciascuno di loro.
  3. Mettendo in gioco le proprie capacità negoziali per individuare gli spazi all’interno dei quali ricercare possibili accordi.
  4. Costruendo una rete di relazioni interne in grado di dare forza alla propria posizione e sfruttando il networking anche per la ricerca del consenso da parte degli stakeholder meno disponibili.