Mobilitare gli stakeholder

mobilitare gli stakeholderL’atteggiamento di una persona dipende dalla sua percezione di una determinata situazione e la capacità di mobilitare gli stakeholder di un progetto dipende quindi dalla percezione che gli stakeholder hanno del progetto e di come i risultati influenzeranno i loro interessi ed aspettative.

Fortunatamente, le percezioni e gli atteggiamenti che ne derivano possono essere modificati mediante una comunicazione efficace.

Questo atteggiamento può variare dall’opposizione attiva al supporto attivo.

Il project manager deve comprendere la situazione in cui si trova il soggetto interessato e poi determinare quale sia la strategia comunicativa migliore per mobilitare lo stakeholder e fargli raggiungere un atteggiamento più costruttivo ai fini del successo del progetto.

In linea di massima i tipi di atteggiamenti assunti degli stakeholder sono: inconsapevole, oppositore, neutrale, sostenitore, paladino (leading).

Uno stakeholder inconsapevole è qualcuno che non conosce ancora l’impatto che il progetto avrà su di lui oppure non si rende conto di quanto lui può fare per il progetto.

Un oppositore è qualcuno che teme i risultati o i rischi del progetto oppure che non ne condivide l’impostazione o che presenta una qualche forma di resistenza al cambiamento.

Uno stakeholder neutrale non prende posizione e non ha un atteggiamento precostituito e quindi decide in base a ciò che emerge dal progetto in relazione ai suoi interessi.

Un sostenitore è invece sinceramente convinto dei benefici introdotti dal progetto e delle opportunità che possono essere colte.

Un paladino o sostenitore attivo non solo è convinto della necessità di sostenere gli obiettivi e le modalità del progetto ma desidera farsi parte attiva ed esercitare un ruolo guida. Lo sponsor del progetto dovrebbe avere per definizione questo ruolo.

Naturalmente sarà difficile modificare un atteggiamento di opposizione attiva in un atteggiamento collaborativo; ma può essere già sufficiente fare qualcosa per mutarlo in una forma di opposizione passiva.

La comunicazione per mobilitare gli stakeholder

La chiave per mobilitare gli stakeholder e fargli raggiungere un atteggiamento di sostegno è una comunicazione aperta. Se il soggetto interessato non desidera essere coinvolto (perché disinteressato o troppo occupato), occorre inventare i modi per aprire un canale di comunicazione.

Ciò può comportare l’utilizzo di altre parti interessate, facendo leva sul ruolo dello sponsor oppure utilizzando come intermediario qualcun altro che conosce bene la persona in questione.

In questi casi la richiesta di coinvolgimento deve essere graduale ed anche la comunicazione deve avvenire a piccole dosi. Occorre acquisire credibilità facendo leva su sani principi di accountability trasmettendo tutte le informazioni sulle finalità, i bisogni e lo stato del progetto nonché valorizzando il ruolo desiderato dello stakeholder in questione.

La comunicazione è un processo a due vie. Solo dopo che si è creata disponibilità e i canali di comunicazione si sono aperti, si può iniziare ad ascoltare l’altra persona e comprendere le sue esigenze, preoccupazioni o ambizioni.

Una volta che si è creata questa disponibilità all’ascolto reciproco, si può spiegare come il progetto attuale soddisfi le esigenze oppure condividere le modalità per ridurre i problemi e migliorare le opportunità.