Strategia nell’era della disruption
Sebbene il mondo sia cambiato a un ritmo esponenziale nell’ultimo decennio, questo fatto non è paragonabile ai cambiamenti sismici che hanno trasformato le nostre vite nell’ultimo anno e mezzo. Con l’avvento del Covid19 ci siamo spostati in un mondo digitalizzato e in rapida evoluzione che sta impattando la società nel suo insieme e in varie forme.
Poiché alcune parti del mondo iniziano a emergere dalla pandemia, abbiamo l’opportunità di imparare dal passato e dobbiamo fare delle scelte su come andare avanti. E questo significa definire delle strategie.
La parola strategia deriva dalla parola greca stratēgia e indica l’arte di pianificare per raggiungere un obiettivo a lungo termine o globale. Fornisce una direzione generale per raggiungere uno “stato futuro” desiderato.
Infatti l’unica certezza è che il futuro è incerto.
La domanda è quindi come pianifichiamo questo futuro e quali decisioni dobbiamo prendere per arrivarci.
Queste non sono domande facili e non esiste una risposta giusta o sbagliata. Ci sono innumerevoli punti di vista.
Ci sono quattro aspetti fondamentali della strategia:
- Mettere a fuoco una visione del futuro
- Cogliere i segnali strategici
- Perseguire l’Innovazione
- Attuare uno sviluppo iterativo e incrementale
Una visione del futuro fornisce la descrizione delle aspirazioni dell’azienda, legate ai propri prodotti o progetti. Aiuta a stabilire la direzione, lo scopo e le motivazioni retrostanti. La fase previsionale è fondamentale per allineare coloro che lavorano verso lo stato futuro atteso.
Successivamente, occorre capire il contesto in cui operiamo e i “Segnali strategici” (anche deboli). Questi Segnali Strategici sono definiti come cambiamenti emergenti nella tecnologia, nei bisogni dei clienti, nei comportamenti, nel macroambiente, nell’ambiente politico e in ciò che sta accadendo in un determinato settore.
In effetti, questo aspetto ci permette di dare un senso all’organizzazione e all’operato delle persone. Essere in grado di cogliere i segnali strategici ci permette di avere un modello mentale condiviso per affrontare la situazione.
Usiamo questo modello mentale condiviso per decidere le scelte interrelate che devono essere fatte per rispondere all’ambiente. Se l’ambiente cambia, cambia anche la strategia. I segnali strategici forniscono l’orientamento necessario a stabilire le azioni da svolgere.
Una volta compreso il contesto e dove vogliamo andare, possiamo utilizzare i principi di Design Thinking, Systems Thinking, Lateral Thinking e altri processi per comprendere i problemi da risolvere, creare opzioni e fare delle scelte per perseguire l’Innovazione.
E’ necessario comprendere le esigenze dei clienti per basare su di esse le logiche di sviluppo di prodotti e servizi.
Infine, quando c’è la consapevolezza di dove orientare gli sforzi e abbiamo un’idea di quali prodotti o soluzioni potrebbero essere sviluppati per soddisfare le esigenze del cliente, questi verranno sviluppati in modo iterativo.
Un modello agile prevede un iterare attraverso cicli di sviluppo ravvicinati e incrementali.
Pensando in grande, iniziando in piccolo, agendo velocemente, concentrandosi sulle aspettative sul cliente, sperimentando e ottenendo un feedback costante.
Una organizzazione agile richiede un livello di competenze dinamiche. La capacità dell’azienda di sfruttare, costruire e modificare le competenze interne ed esterne per affrontare ambienti in rapida evoluzione può creare un vantaggio competitivo.
Il business nell’era della disruption richiede di essere rapidi nell’introdurre innovazioni. Un prodotto o una soluzione non devono essere necessariamente perfetti al momento del lancio in quanto si potrà migliorarli nel tempo sulla base dei feedback del mercato. Molto più importante è giocare d’anticipo e posizionarsi sul mercato prima della concorrenza.
In breve, costruire e gestire team ad alte prestazioni e creare una cultura dell’apprendimento organizzativo è essenziale per far accadere le cose. Come ha detto il guru del management, Peter Drucker, il modo migliore per predire il futuro è costruirlo.