Cos'è il Design Thinking?

design thinkingIl Design Thinking (pensiero progettuale) è un processo non lineare, iterativo in cui si cerca di comprendere meglio le esigenze dell’utente, ridefinire i problemi e valutare ipotesi di soluzioni nel tentativo di identificare strategie alternative che potrebbero non essere immediatamente evidenti con il nostro livello iniziale di comprensione.

È un modo di pensare e lavorare che ci porta a metterci nei panni del committente, a ragionare dal suo punto di vista.

Il Design Thinking ruota quindi attorno a un profondo interesse per lo sviluppo di una comprensione delle persone per le quali stiamo progettando un prodotti o un servizio.

Ci aiuta a osservare e sviluppare empatia con l’utente target mettendo in discussione il nostro approccio al problema, le nostre ipotesi e implicazioni.

E’ estremamente utile per affrontare problemi che sono mal definiti oppure sconosciuti, inquadrandoli attraverso sessioni di brainstorming e adottando un approccio pratico e sperimentale nella prototipazione e nei test.

Negli ultimi decenni, è diventato fondamentale sviluppare e affinare le competenze che ci consentono di comprendere e gestire i rapidi cambiamenti nelle esigenze del mercato introducendo innovazioni decisive per acquisire e mantenere vantaggi competitivi. Il mondo è diventato sempre più interconnesso e complesso e il Design Thinking offre un mezzo per affrontare le esigenze di cambiamento in modo strutturato.

Il pensiero progettuale è diventato sempre più popolare perché è stato la chiave del successo di molte organizzazioni globali di alto profilo.

Aziende come Google, Apple, Amazon lo hanno impiegato con notevole successo per generare soluzioni innovative.

Questo approccio per pensare fuori dagli schemi viene ora insegnato nelle principali università di tutto il mondo ed è incoraggiato a tutti i livelli di attività.

Le origini del Design Thinking

Nel suo testo fondamentale del 1969 sui metodi di progettazione, “The Sciences of the Artificial”, il premio Nobel Herbert Simon ha delineato uno dei primi modelli formali di Design Thinking.

Il modello teorico di Simon era costituito da sette fasi principali ed il suo lavoro ha poi consentito di mettere a punto gli approcci di fatto più utilizzati oggi.

Ci sono molte varianti di take approccio e, mentre esse possono avere un diverso numero di fasi che vanno da tre a sette, sono tutte comunque basate sugli stessi principi presenti nel modello di Simon del 1969.

Nel seguito verrà utilizzato come riferimento il modello in cinque fasi proposto dalla Stanford Design School (https://dschool.stanford.edu/).

Le cinque fasi del Design Thinking

Questo approccio viene utilizzato per sviluppare nuovi prodotti, servizi, processi e soluzioni a problemi organizzativi.

Si articola in cinque fasi non sono necessariamente sequenziali che i progettisti possono in alcuni casi svolgere anche in parallelo oppure ripeterle in modo iterativo fino ad arrivare ad una soluzione e strategia progettuale sufficientemente stabile e fattibile.

L’obiettivo finale è quello di ottenere una comprensione più profonda possibile del prodotto e delle esigenze degli utenti.

  • Fase 1 – Empatia: ricercare le esigenze degli utilizzatori finali.
    La prima fase del Design Thinking consente di ottenere una comprensione empatica delle esigenze dell’utente. L’empatia è cruciale per un processo di progettazione incentrato sull’individuo come il pensiero progettuale perché consente di mettere da parte per un attimo il punto di vista del progettista e privilegiare quello dell’utente.
  • Fase 2 – Definizione: indicare le esigenze e i problemi degli utenti.
    In questa fase vengono analizzate le informazioni raccolte durante la Fase 1. Questa analisi può richiedere più interazioni con l’utente per verificare che il progettista abbia ben compreso le esigenze in gioco.
  • Fase 3 – Ideazione: sviluppare ipotesi e soluzioni alternative.
    La competenza ed esperienza del progettista debbono portarlo a valutare modi diversi di soddisfare le esigenze dell’utente. La necessità di sviluppare più alternative porta a immaginare scenari diversi e a non prendere per buona la prima cosa che viene in mente oppure l’unica che si conosce.
  • Fase 4 – Prototipazione: iniziare a creare soluzioni.
    Questa è la fase sperimentale del Design Thinking e l’obiettivo è identificare la migliore soluzione possibile per ciascuno dei problemi identificati durante le prime tre fasi. I team di progettazione produrranno una serie di versioni economiche e ridotte del prodotto (o caratteristiche specifiche presenti all’interno del prodotto) per valutare meglio le diverse ipotesi emerse nella fase precedente.
  • Fase 5 – Test: mettere alla prova le soluzioni.
    I progettisti o i valutatori testano rigorosamente quanto sviluppato in modo da verificarne sia la fattibilità, sia l’effettiva aderenza alle esigenze della committenza. Questa è la fase finale del modello ma, in un processo iterativo come il Design Thinking, i risultati generati vengono spesso utilizzati per ridefinire uno o più ulteriori problemi. I progettisti possono quindi scegliere di tornare alle fasi precedenti del processo per effettuare ulteriori iterazioni, modifiche e perfezionamenti.

Principi alla base del pensiero progettuale

Come abbiamo detto, Il Design Thinking si basa sulla costruzione di un rapporto umano con la committenza al fine di ottenere intuizioni che possono rivelare modi di vedere nuovi e inesplorati.

Implica la necessità di rimodellare i problemi e le sfide per individuare prospettive e ipotesi di soluzioni alternative.

Incoraggia il lavoro di squadra collaborativo e multidisciplinare per sfruttare le capacità, le personalità e gli stili di pensiero di molti al fine di risolvere problemi che possono avere più sfaccettature.

Inizialmente utilizza il pensiero divergente per esplorare più possibilità, rinviando il giudizio e creando uno spazio di idee aperto per consentire il massimo numero possibile di punti di vista.

Successivamente utilizza competenze di analisi per mettere a fuoco potenziali soluzioni, combinando e perfezionando intuizioni e idee più mature, che aprono la strada al futuro.

Si impegna nella sperimentazione anche in modo precoce delle soluzioni emerse in modo da favorire l’apprendimento on-going e per ottenere ulteriori informazioni sulla fattibilità delle soluzioni prima che siano stati spesi troppo tempo o denaro.

Verifica la solidità dei prototipi per rimuovere eventuali problemi.

Ridefinisce gli obiettivi man mano che nuove conoscenze e intuizioni vengono acquisite lungo il percorso.