Nello svolgimento di qualunque progetto è opportuno essere guidati dal principio del rischio calcolato volto ad evitare l’esposizione ad un rischio senza una prospettiva di maggior vantaggio.

In realtà il concetto di rischio è qualcosa di non sufficientemente razionalizzato da molte persone.

Lo si riferisce spesso a situazioni limite in cui la posta in gioco è molto elevata. Ma non è così.

Possono esistere rischi di natura tecnica, organizzativa, finanziaria, legata al livello di solvibilità della committenza, oppure legati alle caratteristiche del team e alle competenze presenti o mancanti.

In molte organizzazioni, alla partenza di un progetto non viene svolta un’analisi dei rischi potenziali legati all’attività che ci si accinge a svolgere.

Vengono addotte motivazioni diverse per giustificare questo fatto.

I clienti non vogliono sentir parlare di rischi, potrebbero attribuirli alla nostra incompetenza. Ed una cronica mancanza di tempo non consente di dedicare tempo, appunto, a svolgere una analisi dei rischi.

E, se qualche evento negativo si dovesse profilare, verrà affrontato sul momento. Spesso chi parla di rischi viene visto come un pessimista.

Inconsapevolmente, questo modo di procedere corrisponde ad una precisa strategia di gestione del rischio: l’accettazione.

Accettare un rischio corrisponde appunto a non preoccuparsi riponendo fiducia che le soluzioni verranno trovate sul momento, se necessario. In sostanza, corrisponde ad “incrociare” le dita. Una sorta di pensiero magico.

Ma se qualcosa accade in corso d’opera, ci si troverà impreparati e nell’emergenza non è detto che ci sia modo di applicare le contromisure più adeguate. Si finirà per improvvisare e questo creerà ulteriori problemi.

La cronica mancanza di tempo spesso dipende proprio da questo. Si finisce per rincorrere problemi che si è contribuito a creare improvvisando.

In realtà ogni rischio ha due facce. Quella di una “minaccia” e quella di una “opportunità”.

Un rischio calcolato significa in sostanza valutare il rapporto tra il rischio che si corre e l’opportunità che si vuole cogliere.

A tal fine è necessario:

  1. raccogliere informazioni che descrivono i rischi che si possono presentare in un progetto e il valore creato dal progetto stesso;
  2. stimare la probabilità che un determinato evento rischioso si presenti;
  3. stimarne l’impatto in termini organizzativi ed economici;
  4. valutare il rapporto tra costi e benefici;
  5. individuare le possibili contromisure, il loro costo e le responsabilità di attuazione;
  6. stimare gli accantonamenti per finanziare le strategie di risposta individuate.

Inoltre, sempre per applicare il concetto di rischio calcolato, è bene avere più alternative da mettere in campo se le strategie individuate dimostrano di non funzionare. Avere un “piano B” consente anche in questo caso di non farsi trovare impreparati.

Tutto questo può apparire difensivo, mentre, come si è detto, molte organizzazioni preferiscono gettare il cuore oltre l’ostacolo e procedere ad oltranza.

In queste realtà il livello di tolleranza al rischio può essere molto elevato in quanto a guidare è la ricerca dell’opportunità.

Ma è importante che un responsabile di progetto informi il suo management della situazione mettendolo nella condizione di decidere cosa fare e come procedere. Altrimenti, se qualcosa va storto, la responsabilità sarà del project manager.

Analisi dei rischi di progetto: diagramma causa-effetto