vantaggio competitivo
Il pensiero strategico è una delle responsabilità più importanti per gestire con successo qualunque attività.

Anche se idee nuove e innovative emergono continuamente nel mondo degli affari, molti leader ancora formano il loro pensiero strategico su concetti e quadri di riferimento pensati in un’era storica ormai superata.

Il libro “La fine del vantaggio competitivo” scritto da Rita Gunther McGrath sottolinea appunto l’idea che le strategie che hanno funzionato bene alcuni anni fa oggi fanno fatica a fornire buoni risultati.

Infatti gli approcci strategici tradizionali forniscono strumenti che non risultano adeguati al mondo attuale.

“La fine del vantaggio competitivo” affronta il problema che tutti i riferimenti tradizionali in uso oggi sono basati su un’unica idea guida: che lo scopo di una strategia è raggiungere un vantaggio competitivo da sostenere nel lungo periodo.

Partendo dall’idea che il principale approccio ancora oggi utilizzato consiste nel trovare una posizione favorevole e nello sfruttare a lungo termine il vantaggio competitivo che ne deriva, Rita Gunther McGrath sostiene che oggi occorre invece cambiare prospettiva.

Al suo posto, propone una prospettiva che si fonda sull’idea di vantaggio competitivo transitorio in cui per vincere in ambienti volatili e incerti il management di un’organizzazione deve imparare a sfruttare le opportunità di breve durata con velocità e decisione.

Inoltre, il libro sottolinea che strutture rigide e sistemi obsoleti e profondamente integrati su cui i dirigenti fanno affidamento per ottenere il massimo valore, possono spesso essere pericolosi in un ambiente competitivo in rapida evoluzione.

Il rischio è quello di essere troppo lenti e poco agili nell’introdurre cambiamenti che per essere vincenti debbono essere decisi ed attuati in tempi rapidissimi.

E questo è particolarmente vero per le grandi aziende che rischiano di essere messe in difficoltà da nuovi entranti nel loro mercato di riferimento che possono sfruttare una maggiore agilità dovuta spesso a dimensioni minori e maggiore rapidità decisionale.

Diventa quindi fondamentale raggiungere un equilibrio tra stabilità e agilità, sapendosi disimpegnare rapidamente da business non più profittevoli e utilizzando l’innovazione, la digitalizzazione e una allocazione snella delle risorse per promuovere i business ritenuti strategici.

Il concetto di vantaggio competitivo non viene rivoluzionato ma ne viene messa in discussione la sua sostenibilità nel lungo periodo.

Qualcuno potrebbe concludere che si tratta della rivincita della tattica sulla strategia ma in realtà non vengono messi in discussione strumenti – ad esempio – come il modello delle cinque forze di Michael Porter o la matrice strategica BCG.

Si tratta però di rivederli nell’ottica in cui non è più pensabile focalizzarsi solo su un’unica prospettiva strategica da realizzare e sostenere nel lungo periodo ma diventa fondamentale sapersi muovere su scenari a geometria continuamente variabile.