perfezionismo controproducente
Molte persone considerano il perfezionismo la capacità di alcuni di fare del loro meglio in un determinato campo o addirittura molto meglio di altri.

La psicologia invece caratterizza il perfezionismo come un tratto ossessivo della personalità dovuto alla paura di fallire.

Certamente il perfezionismo può essere un’arma a doppio taglio. Avere standard elevati e lavorare sodo può aiutare qualcuno a distinguersi e la sua tenacia può aiutarlo a migliorare le proprie capacità nel tempo. E, in una certa misura, essere molto coscienziosi può aiutare a evitare errori.

Il timore che qualsiasi difetto si traduca in una catastrofe, possono mantenere le persone agganciate alla loro mentalità perfezionista. Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi.

In particolare, il fissarsi sui dettagli fa perdere di vista il quadro generale e un sano rapporto tra sforzi e risultati. Il proprio processo decisionale ne viene influenzato in modo inefficiente per cui è importante considerarne alcuni tratti caratteristici e prendere le dovute contromisure.

La lotta per decidere o agire

I perfezionisti sono motivati ​​a fare la scelta migliore in assoluto, anche quando farlo non è strettamente necessario.

Questo può portare alla paralisi decisionale. Ad esempio, un individuo vuole acquistare uno strumento che acceleri il suo lavoro, ma è determinato a trovare un’opzione che non abbia recensioni negative.

È spinto a farlo, anche se logicamente sa che anche i grandi prodotti di solito hanno qualche feedback negativo e che i commenti negativi specifici che legge non sono particolarmente rilevanti per il modo in cui intende utilizzare principalmente lo strumento. Ma a causa dei suoi criteri autoimposti, gli ci vogliono diverse settimane per scegliere cosa acquistare.

Preoccuparsi eccessivamente dei costi irrecuperabili

Poiché i perfezionisti tendono a rimuginare anche su piccoli errori, sono fortemente motivati ​​a tentare di recuperare situazioni che comportano costi irrecuperabili.

I perfezionisti possono passare troppo tempo a ragionare e lavorare su attività marginalmente produttive prima di andare avanti.

Evitare le sfide per evitare il fallimento

I perfezionisti vogliono sentirsi assolutamente pronti prima di affrontare le sfide.

Questo può portare a trattenere il proprio potenziale. Ad esempio, prima di parlare a una conferenza, si sente il bisogno di seguire un corso per parlare efficacemente in pubblico quando non è veramente necessario e richiede tempo con il rischio di perdere una opportunità.

Applicare i propri standard elevati anche agli altri

Ci possono essere delle spiacevoli conseguenze se il perfezionista si aspetta che anche gli altri si conformino ai suoi standard.

Questo vale soprattutto per il lavoro svolto in team in cui il risultato finale può preoccupare un perfezionista.

Ad esempio, suggerire modifiche dell’ultimo minuto a un lavoro praticamente completato. Essere troppo esigenti può danneggiare le relazioni e talvolta portare il perfezionista ad essere socialmente escluso perché il suo contributo è vissuto come eccessivamente stressante per il team.

Riflettere troppo su debolezze, errori e fallimenti

Uno dei motivi per cui i perfezionisti sono così fortemente motivati ​​a evitare piccoli errori è perché commetterli innesca la loro tendenza a rimuginare.

Il rimuginare è un pensiero ossessivo di tono negativo su situazioni che si sono già verificate. Ne intensifica il disagio emotivo al punto che è spesso sproporzionato rispetto alla situazione. Provoca irritabilità e sentimenti di depressione e può interrompere le prestazioni e le relazioni della persona.

Alcune vie di uscita dal perfezionismo improduttivo

  • Sviluppare un sano ottimismo facendo leva sui successi passati
  • Essere pragmatici considerando il rapporto costi/benefici di ogni decisione
  • Comprendere gli impatti delle proprie decisioni e valutando pro e contro
  • Coinvolgere altre persone di fiducia nel processo decisionale
  • Non pretendere mai dagli altri più di quanto essi non possano dare
  • Non puntare necessariamente alla decisione migliore ma a quella più equilibrata e saggia.