risposta al cambiamento
Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni tecnologiche ma la risposta al cambiamento di ciascuno di noi è molto diversa in funzione della storia personale, dell’età e del carattere individuali.

La maggior parte delle persone ha un atteggiamento contraddittorio nei confronti dei cambiamenti.

A volte manifestano un forte desiderio di cambiare soprattutto quando si sentono frustrate o anche semplicemente annoiate dalla situazione in cui si trovano.

Ma quando si tratta di mettere in atto il tentativo di cambiare qualcosa, ecco emergere le prime difficoltà che sono prevalentemente di natura psicologica.

Da un lato conosciamo la situazione da cui vorremmo uscire, e dall’altro abbiamo paura di uscire dalla nostra zona di conforto e questo ci mette in una condizione di stress.

E’ comunque possibile riconoscere alcuni modelli di comportamento (pattern) che illustrano molto bene i tentativi di risposta al cambiamento che gli individui cercano di mettere in atto.

Per definizione un cambiamento richiede di allontanarsi da uno stato corrente A per andare nella direzione dello stato futuro B.

Entrambi questi stati possono scatenare emozioni.

Le persone percepiranno in modo positivo o negativo l’abbandono dello stato attuale e si potranno sentire più o meno predisposte nei confronti dello stato futuro.

La risposta al cambiamento può quindi essere di 4 tipi.

L’abbandono dello stato attuale può generare Sollievo oppure Attaccamento.

Invece, andare verso una nuova prospettiva può suscitare Speranza oppure Dubbio.

Naturalmente, poiché gli individui sono esseri complessi è possibile che alcuni vivano un mix di queste emozioni.

Sollievo

La risposta positiva all’uscita dallo stato attuale è il sollievo. Ad esempio, sul lavoro, le persone sono felici quando si cerca di migliorare le condizioni di lavoro superando un modo obsoleto di operare

Possiamo suscitare una sensazione positiva nell’abbandonare lo status quo creando una certa insoddisfazione per come stanno le cose e ascoltando i punti dolenti che le persone sperimentano a causa delle difficoltà presenti.

Occorre però che questa convinzione sia diffusa e che non ci sia qualcuno che manifesti una sostanziale resistenza al cambiamento perché lo stato attuale gli consente di usufruire di alcune “rendite di posizione”.

Speranza

La risposta positiva al passaggio verso lo stato futuro è la speranza. In questa condizione le persone sperano appunto che lo stato futuro consenta di superare i problemi attuali. Possono anche essere entusiasti e fare passi attivi per andare avanti.

Questa condizione presenta una particolare vulnerabilità perché è facile incontrare delusioni quando le aspettative sono troppo elevate.

Per creare questo senso di speranza è necessario quindi procedere razionalmente valutando i pro e i contro e comunicando in modo aperto ciò che ci si più aspettare. Evitando di far nascere aspettative eccessive.

Attaccamento

Le persone sono abitudinarie ed alcune possono vivere in modo molto intenso cambiamenti che implicano l’abbandono di ciò che è a loro noto per qualcosa in larga parte ignoto.

In questo caso la reazione è di rimanere attaccati a qualcosa che si sa non essere adeguato pur di non trovarsi impreparati all’ignoto.

Altri potrebbero sinceramente essere convinti dell’inopportunità di cambiare e vivere il distacco come un vero e proprio lutto.

Anche in questi casi la comunicazione è la risposta al cambiamento più efficace. Informarsi e condividere più informazioni possibili aiuta ad illuminare il cammino da intraprendere.

Dubbio

Una risposta negativa allo stato futuro è il dubbio.

L’incertezza sul futuro fa preoccupare le persone che si trovano in questa condizione. Anche se vogliono lasciare lo stato attuale, esiteranno se non credono che lo stato futuro sia la strada giusta da percorrere o non pensano che l’organizzazione possa realizzarlo.

Occorre lavorare con impegno per fugare i dubbi. Vedendoli come domande che attendono risposte, ci predisponiamo ad assumere l’atteggiamento giusto.

Bisogna costruire un orizzonte chiaro in cui le persone possano ritrovare un loro ruolo e sentirsi valorizzate.

E quindi il percorso che separa lo stato attuale da quello futuro deve essere tradotto in un piano convincente e condiviso.