Pensiero divergente e innovazione
Tutti noi prendiamo continuamente delle decisioni ogni giorno fin da quando ci svegliamo al mattino.
Ci sforziamo di ponderare le questioni più importanti attraverso la raccolta di informazioni ed un processo decisionale razionale.
Per il resto cerchiamo di fare del nostro meglio ma spesso cadiamo vittima di modelli inconsci che tendiamo a ripetere. La fretta ci spinge a decidere rapidamente e questo produce errori e ripensamenti.
Ci consideriamo esseri razionali ma buona parte delle nostre scelte si basa più su impressioni e suggestioni che su un’analisi approfondita “evidence-based”.
In sostanza adottiamo schemi divergenti di pensiero: uno basato sulla razionalità nelle situazioni in cui riteniamo di avere elementi oggettivi per decidere ed un altro basato sulla creatività e sull’intuito in situazioni che mettono alla prova le nostre capacità cognitive.
Il pensiero divergente o creativo è appunto un processo spontaneo, a flusso libero e non lineare, in cui molte idee vengono generate ed esplorate in breve tempo. Questo viene fatto con poche critiche e giudizi per scoprire connessioni inaspettate.
In questo modo è anche possibile immaginare più soluzioni per lo stesso problema e valutare scenari alternativi.
Il pensiero divergente non è tanto legato all’intelligenza o ad un alto quoziente intellettivo quanto a particolari tratti della personalità. Le persone che hanno questa capacità tendono ad essere anticonformiste, curiose, inclini al rischio e presentano una certa determinazione.
Nelle persone che invece non hanno questa attitudine è comunque possibile promuovere un pensiero divergente attraverso vari esercizi creativi .
Fare liste di domande, fare un brainstorming, creare delle mappe mentali, svolgere giochi di ruolo sono tutti modi per favorire approcci creativi.
Esempi di pensiero divergente
Il pensatore convergente o razionale affronta i problemi come una domanda a scelta multipla, in cui ci sono risposte sbagliate che possono essere escluse per lasciare quella risposta che è corretta.
Un pensatore divergente non inquadrerebbe il problema in questo modo. Non partirebbe dal presupposto che c’è solo una risposta giusta ma cercherebbe di individuare più strade non solo per risolvere il problema ma anche per superarlo aggirandolo.
In sostanza la risposta viene trovata prendendo tempo per pensare prima di agire. Si tratta quindi di un approccio più ampio e creativo al problem solving.
Di fronte a qualcosa che non funziona il pensatore convergente cercherebbe di superare il problema sostituendo ciò che non funziona mentre il pensatore divergente sarebbe curioso di capire cosa impedisce il funzionamento e cercherebbe di ripararlo.
Sicuramente il pensiero divergente richiede più tempo perché cerca di considerare più opzioni. E’ quindi possibile che le persone sul posto di lavoro si sentano invece spinte verso modelli di pensiero convergente e la ricerca di soluzioni rapide.
D’altra parte il pensiero divergente è alla base dell’innovazione e deve essere coltivato per consentire alle imprese di evolvere ed alle persone di crescere.
Come in un brainstorming, pensiero creativo e pensiero razionale devono sapersi integrare.
Si inizia individuando creativamente più opzioni e strategie e poi si procede pesando ciascuna di esse in base a criteri razionali per poter scegliere quella che meglio soddisfa le attese.