stili e atteggiamenti nei confronti della produttività
Gli stili e atteggiamenti delle persone nei confronti della produttività sono molteplici.

Spesso il termine produttività viene frainteso e molti sono abituati a pensare che esso alluda ad un lavorare di più. E questo produce una sostanziale diffidenza.

In realtà una maggiore produttività allude ad un lavorare meglio, ad una migliore capacità organizzativa. Ciò si traduce in un numero minore di errori di lavorazione, di scarti, di rifacimenti e quindi una maggiore produzione a fronte dello stesso tempo impiegato.

Si tratta quindi di investire in strumenti e metodi in grado di farci lavorare meglio e di programmare meglio la nostra attività.

Da un punto di vista attitudinale le persone presentano i seguenti stili e atteggiamenti nei confronti della produttività:

  • L’analitico. Si tratta di una persona che ha bisogno di sviscerare ogni aspetto del proprio lavoro per comprendere dove concentrare l’attenzione. In particolare ha bisogno di definire il livello di importanza e di urgenza delle cose da fare per metterle in ordine di priorità. Questo fatto lo aiuta a sviluppare una lista ordinata e tendenzialmente sequenziale di compiti da svolgere per poi cercare di rispettarla.
  • Il pianificatore. Mentre l’analitico si concentra sul “cosa fare”, il pianificatore si concentra sul “come farlo” e pertanto tradurrà ogni compito in un insieme di attività interrelate e non necessariamente in sequenza ma all’interno di un piano d’azione ben definito. Disporrà quindi le attività all’interno di un cronoprogramma come strumento per orientare il proprio lavoro.
  • L’improvvisatore. E’ abituato ad adattarsi alle circostanze e vede nella pianificazione un fattore di rigidità. Preferisce avere delle linee guida generali in base alle quali decidere sul momento il da farsi. Il suo approccio presenta un elevato livello di flessibilità ma può incorrere in errori ed inefficienze che ne riducono la produttività.
  • Il creativo. Preferisce adottare un approccio olistico, intuitivo. Ama sentirsi sotto pressione e si annoia facilmente in assenza di sfide stimolanti. Si concentra sulla “big picture” e sulle interrelazioni. A volte ha la tendenza a trascurare i dettagli e tende a sopravvalutare le proprie possibilità. L’esuberante spontaneità e impulsività può portare alla comparsa improvvisa di idee non accompagnata però da una pari capacità di tradurle in piani d’azione e progetti.

Naturalmente nessuno di questi stili e atteggiamenti nei confronti della produttività è di per sé negativo o positivo. Sicuramente hanno implicazioni diverse e le attitudini individuali predispongono verso l’utilizzo di alcuni strumenti piuttosto che altri.

Ciò che risulta problematico è quando diventano atteggiamenti stereotipati. Cioè quando si opera sempre nello stesso modo indipendentemente dalle circostanze.

Da questo punto di vista sarebbe auspicabile saper modulare in base alle situazioni il proprio stile secondo le quattro modalità descritte. Ma questo richiede la capacità di poter operare cogliendo gli aspetti positivi dei diversi stili e atteggiamenti nei confronti della produttività.