micromanagementPer micromanagement (o microgestione) si intende l’attitudine a supervisionare nel dettaglio i compiti assegnati ad uno o più collaboratori.

Posta in questi termini, la questione sembrerebbe non avere particolari controindicazioni se non che finisce per produrre frustrazioni nei collaboratori ed eccesso di stress nel supervisore.

In realtà c’è solo un caso in cui è opportuno adottare uno stile di gestione di questo tipo: quando ci si trova a dover gestire un collaboratore poco esperto o con poca maturità nel ruolo.

In questa situazione il collaboratore si aspetta dal capo o supervisore una sorta di “tutoraggio” sia in forma diretta che in forma indiretta (attraverso ad esempio l’affiancamento da parte di un altro collaboratore più esperto). In questo caso, un capo eccessivamente sfidante metterebbe in difficoltà il collaboratore che non possiede ancora la “cassetta degli attrezzi”. Meglio un supervisore che agisca come trainer e che quindi curi i dettagli almeno finché il collaboratore non dimostri di essere autonomo nello svolgere il compito assegnato.

Chiunque, quando si è trovato a svolgere per la prima volta una attività, ha sentito il bisogno di qualcuno che insegnasse i rudimenti del mestiere attraverso un paziente lavoro di affiancamento sul campo.

Micromanagement: cause, effetti e contromisure

Escluso il caso descritto, il micromanagement presenta molti aspetti negativi perché un collaboratore esperto che si trova ad essere gestito in questo modo percepisce un clima di sfiducia da parte del capo/supervisore e non è quindi messo nelle migliori condizioni per esprimere il proprio potenziale.

Ciò può accadere per svariati motivi:

  • il supervisore non ha ben compreso che ogni collaboratore ha le sue specificità e non tutti (esperti e non esperti) debbono essere trattati nello stesso modo;
  • il supervisore è sotto l’effetto di una situazione per lui ansiogena e cerca di risolverla aumentando il livello di controllo;
  • il supervisore non si sente molto esperto nel lavoro che deve essere fatto e quindi, per meglio comprendere o perché si sente insicuro, finisce per voler controllare tutto;
  • il supervisore presenta tratti caratteriali di tipo autoritario oppure è un burocrate ed in generale non si sente portato alla delega o non conosce le modalità per attuarla;
  • il supervisore ritiene che tutte le persone siano uguali e che, se non controllate attentamente, tendono a diminuire la loro produttività (teoria X di McGregor);
  • eccesso di perfezionismo da parte del supervisore.

Come si può vedere, tutti questi fattori possono essere ricondotti semplicemente al fatto che il capo/supervisore non si fida.

Per un collaboratore trovarsi in una situazione di questo tipo costituisce sempre un problema, a meno che, come detto, sia ancora inesperto. A sua volta, il supervisore si sente stressato per il fatto di dover sempre rincorrere i propri collaboratori nell’espletamento dei loro compiti.

A lungo andare, il micromanagement comporta sempre conseguenze negative sia per i collaboratori che per il loro capo. Conflitti, de-motivazione, senso di frustrazione e di scarso apprezzamento per il lavoro.

Può trattarsi di una situazione che si genera per motivi contingenti o fortuiti. Il problema è che tende a produrre effetti difficilmente rimovibili col tempo.

Quando le persone sperimentano un’esperienza negativa ciò ha effetti incalcolabili in quanto da quel momento in poi tenderanno a sottrarsi ad esperienze analoghe.

Ciò rafforza a quel punto la sensazione da parte del capo di non potersi fidare. Una sorta di profezia che si autoavvera.

Se ci si trova in una situazione di questo tipo, l’unica possibilità è quella di parlarne. Un colloquio franco con il proprio capo può aiutare a “tarare” meglio le modalità di delega. La fiducia ha bisogno di tempo perché si instauri ed aiutare il proprio capo a comprendere meglio come si vorrebbe essere gestiti può risultare stimolante per tutti.

Ciò però non deve avvenire sotto forma di lamentela o peggio ancora di vero e proprio scontro di personalità. E’ importante essere molto determinati nel tentare di risolvere i problemi causati dal micromanagement, ma al tempo stesso è importante mostrarsi estremamente “morbidi” e flessibili in termini di stile di comunicazione.