gestire collaboratori difficiliSi tratta sempre di una sfida quando ci rendiamo conto di dover trattare con persone difficili sia sul lavoro che nella vita privata. Soprattutto nel mondo lavorativo attuale è facile trovarsi di fronte a persone aggressive oppure lassiste o semplicemente prive delle necessarie motivazioni.

Non è raro il caso di dover gestire collaboratori difficili o che percepiamo come tali.

Fattori come la crescente globalizzazione, il multiculturalismo ed i progressi nella tecnologia, se da un lato hanno creato nuove opportunità, dall’altro pongono sfide e questioni che non è facile affrontare con le categorie logiche anche di pochi anni fa.

I processi di lavoro tradizionali sono stati rivoluzionati ed oggi ci troviamo ad operare con team virtuali in cui le persone operano a distanza pur con la necessità di doversi relazionare frequentemente utilizzando le nuove tecnologie che il web mette a disposizione.

I cambiamenti che sono intervenuti hanno creato squilibri nella forza lavoro che non è sempre pronta soprattutto psicologicamente ad affrontarli, e, anche se si tratta di una sola persona, l’impatto negativo sul buon funzionamento di un’organizzazione può essere enorme.

Quando si tratta di gestire collaboratori difficili è di fondamentale importanza concentrarsi sul problema e non sulla persona. Occorre essere molto morbidi con la persona ma molto determinati nel voler risolvere insieme con lei il problema che può impattare negativamente sull’organizzazione.

In tal senso occorre ascoltare attentamente ciò che la persona dice in modo da potergli rappresentare la situazione nel modo più accurato possibile in base alla sua ed alla nostra percezione.

Passaggi da adottare per gestire collaboratori difficili

  1. Ascoltare attivamente il nostro interlocutore limitandosi a registrare quanto dice senza aggiungere nostre valutazioni.
  2. Chiedere al collaboratore se è disposto ad ascoltare in modo altrettanto aperto il vostro punto di vista. E’ importante essere chiari e determinati nel voler risolvere il problema insieme con l’interlocutore.
  3. Considerare se c’è realmente un’alternativa migliore e più efficace ad un accordo negoziato. Non è detto che occorra sempre addivenire ad un accordo consensuale ma è importante rendersi conto degli impatti organizzativi e relazionali di soluzioni unilaterali.
  4. Individuare il nostro spazio negoziale. E’ importante chiarirsi le idee su cosa vogliamo ottenere e sulle possibili alternative negoziali.
  5. Comprendere lo spazio negoziale del collaboratore e le sue alternative.
  6. Individuare le aree di convergenza. Una volta messi a fuoco i rispettivi spazi negoziali è necessario individuare le aree di sovrapposizione perché un accordo è possibile solo se ricercato al loro interno.
  7. Valutare insieme gli impatti e le responsabilità di ciascuno a fronte dell’accordo. Deve essere chiaro il ruolo che ciascuno si deve assumere nel favorire il buon esito dell’accordo. E’ importante fissare un successivo incontro per analizzare se il problema è stato risolto oppure è necessario trovare una nuova soluzione.

Quando si deve gestire collaboratori difficili non ci sono percorsi buoni per tutte le occasioni. Occorre ragionare caso per caso comprendendo la personalità dei nostri interlocutori e ciò che può funzionare con ciascuno di loro.

L’approccio sopra delineato può comunque portare persone consapevoli a rivalutare la loro posizione ed a porsi in chiave collaborativa e non antagonista nella ricerca di soluzioni reciprocamente soddisfacenti.