combattere la stanchezza
Negli ultimi sei mesi molte organizzazioni si sono poste il problema di come aumentare la motivazione delle persone e dei loro team.

Dopo ulteriori analisi, è però diventato chiaro che la radice del problema non è la mancanza di motivazione ma la stanchezza accumulata in tempi di pandemia.

Aumento del nervosismo e della conflittualità sono tutti segni di stress prolungato.

Oltretutto i divieti e le limitazioni sulle modalità di relax tipici, come vacanze, attività sportive, viaggi e socializzazione, stanno amplificando il fenomeno.

Tutti questi fattori compromettono l’energia, l’efficienza, la creatività e la capacità di innovazione e, in definitiva, le prestazioni di un team.

Oltretutto, questa situazione si è venuta ad innestare in una tendenza precedente alla pandemia in cui tutte le organizzazioni erano focalizzate ad ottenere aumenti di produttività per sostenere le sfide competitive.

In sostanza, alle persone viene richiesto di produrre sempre di più con meno risorse a disposizione.

In condizioni normali questo obiettivo può essere raggiunto introducendo miglioramenti organizzativi e nuove tecnologie (intelligenza artificiale, big data e robotica) ma l’arresto di molte iniziative a causa della pandemia ha mantenuto solo l’elevato livello di pressione sul personale.

Lo stesso smart working crea problemi per molte persone che non riescono più a tracciare chiari confini tra tempo lavorativo e tempo per sbrigare le proprie faccende personali e domestiche.

L’importanza di fissare i tempi di recupero

Perfino gli atleti hanno la necessità di fissare un limite ai loro allenamenti.

E’ dimostrato da moltissime ricerche che dopo uno sforzo prolungato è necessario interrompere e concedersi una pausa per recuperare energie ed evitare che il rendimento peggiori.

E quindi si arriva ora alla situazione paradossale per la quale molte organizzazioni si stanno ponendo il problema di come aiutare le persone a combattere la stanchezza e recuperare energie attraverso attività ricreative oppure sessioni brevi di formazione da affrontare senza il carico emotivo dell’operatività.

La sensazione è che molte delle abitudini “contratte” in tempi di pandemia proseguiranno anche dopo la pandemia stessa.

Smart working, riunioni a distanza, gruppi di lavoro virtuali caratterizzeranno sempre di più il nostro modo di lavorare.

Ci si sposterà comunque di meno perché è vantaggioso per tutti economicamente e per il risparmio di tempo che comporta.

E il tempo risparmiato si renderà disponibile per nuove attività. Quindi la produttività anche aumenterà ulteriormente ma richiederà di mantenere un sano equilibrio tra l’operatività e la necessità di recuperare energie se si vuole evitare che emergano patologie legate allo stress.

E quindi per combattere la stanchezza e mantenere elevati standard di produttività è necessario che le aziende si pongano il problema di curare anche gli aspetti psicofisici del lavoro oltre che quelli attitudinali.