modelli didattici innovativi
La formazione all’interno delle organizzazioni si è evoluta negli ultimi anni ponendo particolare attenzione ai processi di delivery dei contenuti formativi introducendo nuove tecnologie e piattaforme di apprendimento a distanza. Ciò ha consentito di contenere i costi legati allo spostamento di docenti e discenti ma ha suscitato non pochi interrogativi sugli elevati costi di sviluppo dei corsi di autoapprendimento on-line, soprattutto se ben strutturati ed ingegnerizzati.

Si è però spesso persa di vista la qualità dei contenuti ed il reale impatto in termini di apprendimento di nuove conoscenze, di maturazione di nuove attitudini, di consolidamento delle competenze.

Una strategia didattica realmente innovativa deve prendere in considerazione tutti e tre i livelli (conoscenze, attitudini e competenze) e rendere i corrispondenti processi formativi coerenti tra loro.

Ciò porta ad interrogarsi sul target di ogni azione formativa.

La maggior parte delle recenti ricerche sulle ricadute delle attività formative indicano che la formazione, per come è pensata oggi, nella migliore delle ipotesi presenta ricadute interessanti solo per i cosiddetti soggetti “ad alto potenziale”. Si tratta di individui che ricercano contributi volti ad un miglioramento delle proprie competenze. In questo senso si autoalimentano, sono particolarmente esigenti, ma una volta acquisite nuove informazioni e conoscenze tentano da subito di metterle in pratica perché ne intravedono immediatamente l’utilità.

Costoro possono mettere alla prova i docenti ed i responsabili della formazione perché sono costantemente alla ricerca dei contributi migliori. Ma una volta che trovano soddisfatte le proprie aspettative, utilizzano da subito quanto appreso.

Purtroppo i soggetti ad alto potenziale rappresentano una minima parte della popolazione aziendale. Il resto spesso non sa esattamente cosa attendersi da un corso di formazione, non sa cosa può fare di quanto appreso e come applicarlo nella propria operatività quotidiana. Di conseguenza presenta spesso bassi livelli di attenzione e motivazione. Nella migliore delle ipotesi si sente stimolato ed interessato, tenta di applicare qualcosa di quanto appreso ma a distanza di tempo dallo svolgimento del corso finisce per farsi fagocitare dalle precedenti abitudini e dimentica buona parte di quanto inizialmente appreso.

Ciò deve far riflettere sulla reale portata degli investimenti formativi.

Si può giungere alla facile conclusione che conviene investire solo sulle persone ad alto potenziale.

Oppure occorre mettere in discussione i modelli didattici fin qui adottati.

In particolare il docente è visto oggi come colui che trasferisce le tecniche lasciando poi ai partecipanti al corso il compito di contestualizzarle ed applicarle nella propria operatività.

Questo modello, come detto, va bene solo se le persone hanno la capacità di operare questa traslazione altrimenti devono trovare nel docente un esperto che sia in grado di dimostrare immediatamente come utilizzare nel quotidiano strumenti e tecniche.

In quest’ottica il docente deve avere una conoscenza molto approfondita dei processi all’interno dei quali le persone da formare sono chiamate ad operare.

Ad esempio chi si occupa di formazione commerciale deve conoscere molto bene il processo commerciale nonché i prodotti o servizi forniti da un’organizzazione. Non ha senso in quest’ottica separare la formazione sui prodotti da quella sulle tecniche di vendita. Devono essere integrate e le tecniche di vendita devono essere specializzate per categoria di prodotto/servizio.

Alle persone deve essere illustrato e dimostrato cosa fare, come farlo e perché farlo ed ogni docente deve costituire in tal senso un modello di riferimento.

Solo una volta che è stato spiegato in dettaglio alle persone cosa devono fare utilizzando situazioni caratteristiche estratte dal mondo reale e dall’operatività quotidiana, queste possono essere lasciate libere di sperimentare quanto appreso per poi riprenderle a distanza di tempo, periodicamente, per verificare le effettive ricadute del percorso formativo. Ciò consente una minuziosa misurazione degli effettivi ritorni degli investimenti formativi.

Il modello illustrato costituisce la base della metodologia didattica MCLA (Model Centered Learning Architecture) sviluppata dall’NIIT che consente un agevole trasferimento di competenze massimizzando le ricadute di ogni intervento formativo.

Il prezzo da pagare è quello relativo alla minuziosa progettazione didattica ed alla necessità di trasferire ai docenti le necessarie competenze di processo. Essi dovranno infatti operare come consulenti dei partecipanti ai corsi nelle fasi di illustrazione/dimostrazione dei metodi da attuare e come coach/facilitatori nelle successive fasi di sperimentazione individuale e/o di gruppo.