assertività
Nello svolgimento dell’attività lavorativa è necessario comunicare regolarmente con molte persone: stakeholder, clienti, collaboratori.

Si possono presentare richieste, scuse e scadenze. Gli orari possono essere impegnativi e i carichi di lavoro possono essere stressanti.

È necessario navigare tra le sfide quotidiane con professionalità, fiducia e garbo.

L’utilizzo di tecniche assertive può contribuire ad esprimersi professionalmente anche in situazioni stressanti o impegnative.

L’assertività è un modo di comunicare che pone in primo piano il rispetto reciproco.

Alcune persone introverse non amano il coinvolgimento e una comunicazione aperta in quanto sentono di apparire vulnerabili se mettono in gioco aspetti di sé.

Altre invece si comportano in modo aggressivo nella comunicazione interpersonale volendo far colpo oppure come forma per contenere la propria timidezza.

Questo tipo di stili comunicativi sono esattamente il contrario dell’assertività.

Nella comunicazione assertiva vengono condivisi pensieri e sentimenti onestamente e apertamente e soprattutto in un modo che rispetta i sentimenti altrui. Si tratta di bilanciare le proprie esigenze onorando quelle altrui.

Si comunica quindi in modo chiaro e aperto senza danneggiare o disapprovare gli altri.

Il fine delle tecniche assertive è guadagnare il rispetto degli altri, aumentare la fiducia in se stessi, migliorare le capacità decisionali e comunicare in modo più efficace.

Ciò permetterà anche agli altri di comunicare apertamente e rispettosamente con noi.

Le tecniche assertive

L’assertività richiede di comunicare da pari a pari facendo leva sul sentire comune e sulla pari dignità dei sentimenti.

E’ importante essere trasparenti, non dissimulare, e cercare la sintonia con l’altro sul piano umano.

In questa prospettiva è utile:

  • Fissare i limiti. Ci sono circostanze che ci mettono particolarmente alla prova. Spesso per quieto vivere, per timidezza, insicurezza, finiamo per accettare situazioni per noi dannose. A lungo andare, il riprodursi di queste circostanze finisce per frustrarci. E’ il momento di fissare le soglie oltre le quali non siamo disposti ad andare. L’assertività comincia da qui: dalla consapevolezza dei nostri limiti.
  • Parlare in prima persona. Esprimersi in termini di “Io” e non di “Ego”. Utilizzare espressioni come “Io voglio dare un contributo costruttivo e mi piacerebbe quindi comprendere meglio il tuo punto di vista” oppure “Apprezzo ciò che dici ma mi sento frustrato quando le mie valutazioni non vengono prese in considerazione”. Piuttosto che incolpare gli altri è meglio quindi far presente il nostro stato d’animo.
  • Imparare a dire di no. Non è facile dire no. Ma è importante conoscere i propri limiti e avvisare quando c’è una richiesta che va oltre. Ci sono momenti in cui assumere un lavoro aggiuntivo o attardarsi al lavoro può essere necessario. Ma quando diventa una pratica standard e ci si sente sfruttati occorre reagire. Se non si possiede il coraggio di dire “no” occorre pensare a quello che comporta dire “sì”. Occorre precisare gli impegni attuali e la necessità di garantire a tutti un contributo qualitativo elevato. Se si tratta di richieste provenienti da un superiore, occorre coinvolgerlo nel definire una priorità da assegnare al lavoro.
  • Richiedere aiuto. Mostrarsi bisognosi di aiuto non significa mostrarsi vulnerabili. Significa invece mostrare dedizione ai compiti che ci sono stati assegnati e al tempo stesso consapevolezza che elevati standard qualitativi possono essere ottenuti solo attraverso la condivisione di competenze con colleghi e collaboratori. In molte situazioni lavorare e prendere decisioni in team è il modo più efficace di operare e rafforza lo spirito di squadra.
  • Mostrare empatia. Mettersi nei panni degli altri aiuta sempre a vedere le cose in modo diverso. Ma ci si può mettere nei panni di un altro in due modi: pensare cosa faremmo al suo posto oppure cercare di non sostituirci a lui ed assumere il suo punto di vista. Si tratta di modalità che portano a conclusioni diverse, ma la seconda ci permette di uscire fuori dai nostri schemi abituali e di renderci conto che ciò che è ovvio per noi non è detto che lo sia anche per gli altri.
  • Prendere contatto con le proprie emozioni. Come detto, l’assertività richiede di comunicare agli altri i nostri stati d’animo. Ciò aiuta a costruire un clima di umanità ed aiuta anche gli altri ad attribuire un perché a ciò che diciamo o facciamo. Il risultato è costruire una relazione con l’altro basata su apertura e trasparenza. Al tempo stesso, esplicitare le proprie emozioni è già un modo efficace per controllarle e, in alcuni casi, disinnescarle.
  • Ammettere gli errori. Tra le tecniche assertive, questa è una delle più efficaci. Dimostra chiarezza di idee e al tempo stesso determinazione nel perseguire finalità costruttive. Costituisce anche un invito esplicito rivolto agli altri a fare altrettanto.
  • Esprimere ciò che si desidera. Molte persone si esprimono spesso in termini negativi. Dicono ciò che non vogliono oppure ciò su cui non sono d’accordo. E’ invece molto più efficace affermare ciò di cui si è convinti e precisare le proprie aspettative. Non si tratta di intraprendere una battaglia con l’altro. Si tratta di esprimere le proprie convinzioni e al tempo stesso di verificare che gli altri le abbiano comprese. In alcuni casi può essere necessario ribadirle con la modalità del “disco rotto”.
  • Evitare l’aggressività. Il modo migliore per rispondere all’aggressività altrui, oppure di disinnescare la propria, è di imporsi di comunicare sempre con pacatezza. Evitare quindi i “falli di reazione” e di farsi trascinare in logiche antagoniste. Essere sempre “morbidi con le persone” e determinati con i problemi.
  • Ricercare l’accordo. Trattare con le persone è una capacità che si può sviluppare. Le situazioni più complesse possono essere gestite attraverso le tecniche negoziali. Il fine è giungere ad un accordo condiviso che impegni le parti a cedere qualcosa in cambio di un obiettivo di ordine superiore vantaggioso per tutti. Può richiedere tempo, ma vale la pena tentare.