Story point, velocità e ritmo sono termini unici che caratterizzano il modello Agile dal punto di vista dell’efficacia, della qualità ed efficienza del lavoro da svolgere.
In particolare il carico di lavoro di ogni iterazione (Sprint) viene determinato all’inizio. In altre parole, il carico di lavoro non viene stabilito molto tempo prima dell’avvio del lavoro.
Pianificando soltanto l’iterazione che si sta per far partire, il diventa molto più flessibile di un progetto pianificato in modo tradizionale.
All’avvio di ogni sprint c’è una riunione tra il product owner ed il team di progetto per determinare il lavoro da sviluppare.
Durante la riunione il product owner valuta la lista dei requisiti e propone i casi d’uso (o user story) con priorità più alta. Il livello di impegno necessario per ogni caso d’uso viene determinato in “story point”.
Gli story point sono numeri arbitrari utilizzati per stimare le dimensioni relative dei casi utente.
La scala esatta differisce da team a team. Una tecnica molto utilizzata in questo ambito è quella del Planning Poker.
La stima totale degli story point è proporzionale al tempo necessario per ogni user story da analizzare, disegnare, sviluppare, testare e implementare nel prodotto finale..
Durante la riunione di pianificazione, il team di progetto definisce quanti story point potranno essere realizzati nell’iterazione.
Naturalmente, le priorità possono cambiare durante il progetto. Quando ciò accade deve essere rivisto il product backlog.
E’ importante che il team di progetto determini rapidamente quanto lavoro può esser svolto in un determinato Sprint.
Definendo il lavoro che può essere svolto in uno Sprint, ciò costituisce un riferimento per misurare in corso d’opera la velocità di realizzazione di un Team.
Col tempo e l’affiatamento tra i membri del team questo parametro tende a mantenersi costante di iterazione in iterazione uniformando così il carico di lavoro ed il ritmo con cui vengono raggiunte le scadenze e consegnati i deliverable previsti.
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