Il project manager come coach

project manager come coachIl coaching è un ottimo modo per aiutare le persone a migliorare nel proprio lavoro.

Eppure, molti manager e project manager rifiutano di utilizzare questo approccio perché sono convinti che il coaching comporti un notevole impegno di tempo. Inoltre, molti professionisti non sono sicuri di come utilizzare il metodo.

Si tratta infatti di un approccio non direttivo alla gestione delle risorse umane che costruisce le sue basi sulla capacità di formulare le domande giuste per far emergere i problemi che ostacolano il lavoro delle persone.

In questa prospettiva il ruolo di un project manager consiste nell’adottare un metodo dialettico (maieutica) in cui l’obiettivo è fare in modo che le soluzioni vengano individuate dal team di progetto e non siano il frutto di sue direttive.

Ciò aumenta il livello di responsabilizzazione e coinvolgimento delle risorse che compongono i gruppi di lavoro e la fiducia in sé stessi.

Viceversa, se il responsabile di progetto fornisse sempre la risposta ai vari problemi che si incontrano durante lo svolgimento dei lavori, finirebbe per assumere su di sé l’intera responsabilità delle scelte fatte e delle loro conseguenze con il risultato di deresponsabilizzare il team.

Oltretutto non è detto che il project manager possieda sempre tutte le competenze tecniche necessarie. Più frequente è il caso in cui tali competenze sono proprie di alcuni membri del team di progetto.

Il responsabile di progetto deve invece essere portatore di un metodo che si articola in:

  • una fase di diagnosi in cui formulare le domande che facciano emergere la natura dei vari problemi;
  • una fase di analisi in cui guidare il team ad individuare gli impatti prodotti da ciascun problema;
  • una fase propositiva in cui sollecitare il team ad individuare le soluzioni e le strategie migliori per superare i problemi individuati.


Per conseguire questo obiettivo, il project manager deve essere in grado di:

  1. costruire un nuovo tipo di relazione professionale con il team di progetto in chiave di aiuto e di supporto al lavoro di gruppo dove le risposte devono maturare all’interno del team;
  2. assumere il ruolo di facilitatore del processo decisionale all’interno del team;
  3. basare ogni valutazione su fatti documentabili e analizzati in profondità.

In questo modello di intervento è legittimo chiedere alle persone cosa intendono fare per superare determinati problemi e se sono disposti ad assumersi la responsabilità delle loro decisioni.

In particolare, nelle riunioni per analizzare lo stato di avanzamento dei lavori è importante che il project manager operi in chiave di coaching del team evitando di forzare determinate scelte. E’ importante infatti richiamare il team alle proprie responsabilità ed a proporre le modalità per riportare il progetto in linea con le attese.

Anche quando il responsabile di progetto individua una possibile soluzione è bene che non la manifesti subito calandola dall’alto ma aiuti il team ad individuarla in autonomia. Ciò favorirà un maggior livello di consenso.

Sicuramente il coaching richiede un tempo maggiore rispetto ad approcci più direttivi, ma ha dalla sua parte il vantaggio di aumentare il livello di maturità dei team di progetto e nelle situazioni più evolute è alla base della ricerca del commitment.