Nello svolgimento della professione di project manager esistono numerose circostanze in cui occorre prendere decisioni che hanno implicazioni etiche.
Ogni organizzazione dovrebbe pertanto mettere a punto un proprio codice etico cui attenersi da parte di tutto il personale dipendente e da far sottoscrivere anche ai collaboratori esterni ed alle aziende fornitrici in particolare di servizi professionali.
Ciò al fine di evitare il rischio di fraintendimenti ed ambiguità che possono incidere sia dal punto di vista legale che del mantenimento della reputazione personale e dell’azienda per cui si opera.
La presenza di eventuali conflitti di interesse, la necessità di operare in contesti culturali differenti dal proprio, l’obbligo di ottemperare a standard governativi, la necessità di gestire negoziazioni con stakeholder collocati in aree geografiche diverse tra loro, sono solo alcuni esempi che richiedono di mettere a punto una serie di standard etici per gestire queste situazioni.
Ogni associazione professionale provvede in tal senso a definire un proprio standard etico e come tale anche il Project Management Institute propone un suo codice etico e di condotta professionale che ha carattere impegnativo per tutti coloro che aderiscono al PMI e che ne ottengono le relative certificazioni professionali. Questo documento, nella versione italiana, è disponibile al seguente link: codice etico PMI.
Il documento in questione è articolato in aree di responsabilità e costituisce una serie di condotte di base che andrebbero “personalizzate” ed estese in modo da renderle aderenti al contesto operativo e culturale caratteristico di ogni organizzazione evidenziando in modo chiaro cosa è obbligatorio e cosa invece può essere negoziato e da chi.
In tal senso la responsabilità sociale e professionale costituisce un’area di competenza assolutamente trasversale che influenza tutti processi di project management e che deve condizionare l’operato di ogni project manager.