OPM3 e Project Management Maturity Model

OPM3 è una metodologia per valutare il grado di penetrazione all’interno di un’organizzazione dei processi di Project Management, Program Management e Portfolio Management. E’ basata su un framework di riferimento (Project Management Maturity Model) che stabilisce una serie di diversi stadi evolutivi:

  1. Processi di base. L’organizzazione ha una consapevolezza della necessità di introdurre processi strutturati per gestire i progetti ma sono stati implementati solo alcuni processi e non tutti allo stesso livello di completezza.
  2. Processi controllati. L’organizzazione ha adottato una metodologia di Project Management e ha definito un set di processi e di criteri per controllare le performances ma non c’è consistenza di approcci standardizzati lungo tutta l’organizzazione.
  3. Processi standardizzati. E’ stato definito e implementato un set di processi standard utilizzati all’interno di tutta l’organizzazione, con responsabilità e ownership ben definite.
  4. Processi monitorati e migliorati. Sulla base di indicatori di performance, l’organizzazione misura l’efficienza dei suoi processi di project / program management  e sviluppa interventi correttivi delle modalità di delivery a fronte di disfunzioni.
  5. Processi ottimizzati. Progetti e programmi sono allineati agli obiettivi di business dell’organizzazione attraverso un sistema di Project Portfolio Management e l’organizzazione è impegnata nella costante ottimizzazione delle sue prassi interne per tener conto dei cambiamenti nel business e nei fattori esterni.

Nell’OPM3 il punto all’interno del percorso evolutivo in cui è posizionata una certa organizzazione costituisce l’elemento di riferimento rispetto al quale traguardare il cammino futuro che occorrerà intraprendere e le possibilità di successo dipendono fortemente dalla comprensione di ciò che determina il passaggio da uno stadio all’altro nonché dalle capacità di leadership e dalla cultura aziendale.

All’interno delle organizzazioni project-based si trovano spesso processi di Project Management più ottimizzati e altri meno ottimizzati e dunque meno maturi.

Più questa differenza è sensibile e più il sistema di Project Management è squilibrato. Questa situazione va a discapito dell’efficacia complessiva del sistema: ad esempio l’eccellenza dei processi di pianificazione e controllo dei tempi/costi dei progetti perde di efficacia se i processi di gestione del project team non sono altrettanto eccellenti.

In questi casi è preferibile intervenire portando tutti i processi allo stesso grado di maturità piuttosto che accelerare artificialmente la maturazione di alcuni processi trascurandone altri.

Poiché nella maggior parte delle realtà la definizione di prassi standard di project/program management arriva sempre con un pò di ritardo rispetto alla definizione di altri processi aziendali, la metodologia OPM3 consente di far emergere questa situazione che altrimenti rischierebbe di rimanere invisibile se non fosse per le difficoltà e resistenze che i progetti in questi casi finiscono inevitabilmente per incontrare.

Di solito è proprio una situazione di crisi che fa emergere la necessità di fare il punto della situazione ed individuare le azioni da svolgere. E questo è appunto l’obiettivo di OPM3.

Questo è anche il punto in cui i progressi diventano possibili, ma tali progressi necessitano della sponsorship del vertice dell’organizzazione. E come  il centro dell’attenzione si sposta sul miglioramento della performance, emergono subito i seguenti obiettivi:

  1. migliorare le modalità con cui è gestito ogni singolo progetto o programma o necessità di cambiamento;
  2. migliorare  la performance nell’intera organizzazione riguardo il delivery ed il capacity management.

In tal senso, il principale beneficio introdotto da questo approccio non consiste tanto nel “fotografare” la situazione di un’organizzazione quanto piuttosto nell’individuare la direzione in cui occorre muoversi, le azioni da svolgere e i livelli di priorità.OPM3 Maturity Model