knowledge managementIl knowledge management è una delle aree di maggiore interesse degli ultimi anni in quanto molte organizzazioni hanno ritenuto di fare investimenti cospicui in questo ambito per:

  • diffondere e mantenere al proprio interno le competenze chiave;
  • acquisire vantaggi competitivi attraverso il trasferimento rapido delle competenze tra le persone;
  • avere margini di “riusabilità” delle competenze in settori diversi dell’organizzazione.

Ciò è stato fatto prevalentemente attraverso l’utilizzo esteso di piattaforme  di social enterprise che hanno tentato di emulare i successi dei social network ed attraverso sistemi di elearning.

Non sempre questi investimenti hanno prodotto i risultati attesi:

  • Le piattaforme di social enterprise non hanno raccolto lo stesso interesse dei social network tradizionali. Le motivazioni che portano le persone ad aderire ad un social network non sono le stesse che portano all’utilizzo di spazi di socializzazione all’interno delle aziende ed in quest’ottica diventa difficile fare affidamento su fattori come la spontaneità e l’interesse personale su aree specifiche di competenza.
  • I sistemi di elearning hanno prodotto risultati molto interessanti sostituendosi a molti programmi di formazione tradizionali. Ma il costo elevato dei corsi realizzati ne giustifica un utilizzo solo se le “popolazioni” aziendali interessate sono piuttosto numerose in modo appunto da “spalmare” i costi di realizzazione su grandi numeri.

Ciò ha portato a ritenere ancora poco mature le esperienze di knowledge management nelle organizzazioni; ma questo è dovuto al fatto che in molti casi ci si è mossi più che altro in via sperimentale e senza porre adeguata attenzione al fatto che il knowledge management ha come principali obiettivi:

  • supportare i processi e le performance esistenti all’interno dell’organizzazione;
  • supportare la nascita di nuovi drivers di performance;
  • creare nuove fonti di generazione del valore.

L’impressione è che in molti casi non sia stata svolta una analisi preliminare del valore atteso e della capacità degli strumenti e tecnologie utilizzati di generare tale valore.

Inoltre, gli ostacoli maggiori rispetto all’ottenimento di benefici da progetti di knowledge management sono sostanzialmente di due tipi:collective knowledge

  • il primo è  legato alla motivazione di tutti i componenti dell’organizzazione nel collaborare alla costruzione e diffusione della conoscenza;
  • il secondo è legato al processo di trasformazione dell’informazione appunto in conoscenza.

In molte realtà, pur essendo stati costruiti database contenenti informazioni preziose, questi vengono raramente consultati dai dipendenti che preferiscono ancora l’uso del telefono o quello della chiacchierata informale. Ciò rimanda alla necessità di informare le persone sui vantaggi e risparmi di tempo ottenibili attraverso l’utilizzo dei sistemi di knowledge management ed alla necessità di coinvolgere tutto il personale fin dalle fasi iniziali di introduzione di tali strumenti in azienda.

In sostanza, per gestire l’introduzione del knowledge management in un’organizzazione è necessario avviare un articolato progetto di cambiamento organizzativo che:

  • prenda in considerazione le esigenze informative delle diverse famiglie professionali presenti;
  • coinvolga ogni famiglia professionale nel definire obiettivi e modalità di fruizione del sistema;
  • accompagni il processo di introduzione con un programma di sensibilizzazione a tutti i livelli;
  • selezioni strumenti e tecnologie in funzione degli obiettivi senza ritenere che per definizione sia la tecnologia a guidare il cambiamento delle persone.